Intervista ad Arturo Baglivo, portavoce al Consiglio Comunale di Lecce.

Abbiamo preso un caffè con il nostro portavoce al Consiglio Comunale di Lecce, Arturo Baglivo, e data la sua professione, ci siamo permessi di chiedere anche qualcosa in più sul covid. Buona lettura.

Consigliere Baglivo, lei prima di tutto è un medico, e sta vivendo in prima linea il dramma Covid. Lei fu anche uno dei primi a sollecitare attenzione e prudenza mentre tutti sembravano sminuire il problema. Oggi quale è la vera situazione ed il sistema sanitario Pugliese sta reggendo?

Tutto il mondo è rimasto sorpreso dalla velocità di diffusione del SARS-COV-2 anche l’OMS ha inizialmente dato notizie contrastanti finché non ha capito la portata. Oggi, con l’inizio del piano delle vaccinazioni, e con gli studi, possiamo iniziare a ragionare in termini di futuro e anche serenamente su quella che non è stata, ma è l’evoluzione della pandemia. Retrospettivamente e oggettivamente possiamo affermare che  in Italia abbiamo dovuto fare i conti oltre con l’ignoto, anche con un piano pandemico obsoleto ereditato e non aggiornato dal 2006 ; oggi grazie al lavoro del governo Conte è stato finalmente proposto un nuovo piano pandemico che durerà sino al 2023 e probabilmente non ci faremo più trovare impreparati. In Puglia abbiamo avuto, durante la prima ondata, pochissimi casi. Tutto questo non è merito dell’organizzazione sanitaria pugliese, come spiegherò meglio se vuole, ma della chiusura totale imposta saggiamente dal Presidente del Consiglio Conte e dal Comitato Tecnico Scientifico che ci ha risparmiato una strage.  C’è da dire che, almeno a Lecce, siamo stati fortunati perché subito prima della chiusura delle zone focolaio lombarde, e prima che, nonostante i primi allarmi della comunità scientifica venisse proclamato una zona rossa nazionale, proprio a Lecce si giocò una partita di calcio Lecce – Atalanta che, a mio parere, solo per un caso estremamente fortuito non ci ha regalato una diffusione cittadina che, si, ci avrebbe trovati totalmente impreparati: abbiamo corso il rischio di replicare il grande numero di decessi di Bergamo.  Ricordo perfettamente che chiesi al nostro sindaco di far giocare quella partita a porte chiuse, così non fu, ma per quella che io considero un colpo di fortuna non ebbe gravi conseguenze.

Oggi la situazione in Puglia è ancora difficile pur a fronte di, rispetto alla media nazionale, pochi casi, e i motivi sono come sempre molteplici; intanto la storia ci insegna che la seconda ondata delle pandemie è sempre peggiore della prima, ma il primo è da ricercarsi in una mancata organizzazione durante l’estate delle strutture sanitarie. E’ vero che ci si è approvvigionati finalmente di dispositivi per la protezione individuale, che scarseggiavano nella prima fase, mi piace ricordare l’impegno profuso in silenzio dal M5S con i suoi portavoce locali che hanno distribuito senza fanfare innumerevoli mascherine, tute, visiere ecc. acquistate da loro, ma si è tornati a non avere chiarezza. Si pensa erroneamente che chi si ammala abbia solo quel problema, e non si pensa che si porta dietro tante altre patologie che si sarebbero dovute affrontare multidisciplinarmente creando ospedali o reparti covid19 complessi o meglio ad intensità di cura con la presenza multidisciplinare di professionalità dedicate. Questo è stato lasciato alla lungimiranza delle direzioni delle asl, ma non è stato pensato da un assessorato alla sanità che ovviamente è mancato nei mesi cruciali dopo l’estate.  A tutto questo si devono associare le carenze gravi della medicina territoriale pugliese che sta mostrando tutti i suoi limiti.  Ancora una volta, e non faccio fatica a ricordarlo, paghiamo il prezzo di una destrutturazione del sistema sanitario pubblico, partita dall’era del Presidente Fitto e continuata da Vendola e Emiliano: questi ultimi avevano la possibilità di invertire la rotta, ma si sono solo dedicati a quella che chiamo la politica sanitaria dei proclami: hanno creato sulla carta percorsi e reti oncologiche, ma non abbiamo potenziato il personale e i servizi affinché quelle reti funzionino, pur in presenza di eccellenze sul territorio pugliese.

Il governo cittadino come quello nazionale ha avuto anni burrascosi. Prima l’anatra zoppa, ora la pandemia, in tutto ciò una situazione di bilancio pessima. Come giudica l’operato di questa Amministrazione?

Il Movimento ha un grande pregio, quello di potersi porre con pensiero indipendente di fronte alle azioni di governo cittadino. Non abbiamo delle posizioni a prescindere e di questo penso che, nonostante le narrazioni mediatiche, tutti ce ne possano dare atto.   La critica forte che faccio al governo cittadino è quella di non stare globalmente invertendo la rotta con una prospettiva futura diversa, mi spiego meglio. Se vogliamo che Lecce si elevi ad essere una smart city dobbiamo far si che la qualità della vita in città migliori e questo secondo me si può fare solo pensando ad un piano complessivo della città che non si fermi ad interventi spot. Il governo nazionale tra l’altro sta dando immense possibilità ai comuni per affrontare tutti quei problemi interni che avrebbero rallentato, se non fermato, in una gestione routinaria la città. Penso ad esempio alle misure di contrasto alla povertà, senza il reddito di cittadinanza, davanti alla porta del Sindaco ci sarebbero le file di persone con disagio economico. Immaginate senza quel reddito cosa sarebbe successo durante questa pandemia e che pressioni avrebbe ricevuto il governo cittadino, eppure ancora oggi non c’è una visione di sviluppo sociale proprio per quei settori della popolazione che sono in sofferenza economica, ma c’è una politica ancora emergenziale e del giorno per giorno. Non solo nel sociale, ma anche nelle attività produttive, nelle startup, non c’è una visione che affascini e che ponga le basi ad una ripresa, penso ai nostri beni culturali, al turismo, alle peculiarità leccesi. 

E’ di questi giorni il dibattito sulla tassa di soggiorno ,come ad aumentarla o diminuirla possa incidere, e nel programma che presentammo in campagna elettorale alla cittadinanza ad esempio la tassa di soggiorno veniva rimodulata per incentivare la bassa e bassissima stagione, spalmando un aumento progressivo verso alta ed altissima stagione, da reinvestire in destination management, realizzare un piano strategico di marketing che sviluppasse sinergie tra pubblico e privato e mettesse a sistema i servizi dalla logistica e la mobilità, fino a beni culturali, ristorazione, commercio e ospitalità; nulla di tutto ciò è stato pensato dal governo cittadino ma solo  l’ennesima manovra per fare cassa senza visone strategica, senza un piano strategico per un settore che incide fortemente sull’economia della città, e dell’intero Salento.

Quale è invece lo stato  di salute de Movimento a Lecce ed in Puglia? 

Il movimento siamo noi, a Lecce c’è un bel gruppo attento alle problematiche cittadine e sempre propositivo. Direi che al di la della narrazione il gruppo è in ottima salute. Movimento è dibattito serrato anche con idee diverse, in questi 12 anni siamo cresciuti e siamo capaci di affrontare con coerenza e nel rispetto delle nostre idee tutte le sfide a Lecce e in Puglia.

Come giudica questa sua esperienza politica e la rifarebbe?

Appena riesco a dormire un po’ le rispondo. A parte gli scherzi è un’esperienza necessaria per capire come si può incidere nella macchina amministrativa comunale. Per me il sogno del movimento continua.

Un giudizio sull’operato del Governo Conte e sulle vicende che lo hanno portato alle dimissioni

Il M5S grazie al Governo Conte ha realizzato molti punti del proprio programma elettorale. Le sembrerà strano ma non ricordo altri governi che abbiano messo il proprio programma nel progetto di governo e ne abbiano portato a termine una parte. Perciò valuto in maniera estremamente positiva l’operato del presidente Conte.

Grazie al Consigliere Arturo Baglivo e buon lavoro, in Ospedale e al Comune di Lecce.

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