Intervista a Iunio Valerio Romano, portavoce al Senato del Movimento 5 Stelle.

Intervista a Iunio Valerio Romano; in una fase così delicata, nel mezzo di una pandemia globale, e di una crisi economica senza precedenti, abbiamo chiesto ai nostri portavoce in parlamento il loro parere. Iniziamo con il Senatore Iunio Valerio Romano

⁃ Senatore Romano: due crisi, con due Matteo, in due anni. Perché queste crisi di governo e come il Movimento è riuscito a tenere gli equilibri tra due maggioranze così diverse? E quale è il prezzo da pagare per avere stabilità? 

“Il Movimento 5 Stelle, non avendo la maggioranza assoluta nelle due Camere, si è affiancato ad altre forze politiche sulla base di precisi e chiari punti programmatici. Se il Conte I ha concluso la sua corsa dopo il colpo di sole del Papeete, col Conte II la stabilità c’era eccome. Purtroppo, però, Matteo Renzi ha deciso negli ultimi due mesi di dare vita a un’escalation di imposizioni, ultimatum e ricatti capricciosi. E proprio mentre stavamo mettendo a punto misure per affrontare al meglio la crisi dovuta alla pandemia, l’ex sindaco di Firenze ha deciso di togliere dal Cdm le ministre Bellanova e Bonetti. Fornendo spiegazioni incomprensibili a una crisi politica che, in un tornante della storia come questo, di spiegazioni non ne ha”.

 ⁃ La crisi generata dalla pandemia ha bruciato miliardi di PIL e le varie manovre a sostegno dell’economia reale hanno creato ulteriore indebitamento. Per un Paese già gravemente indebitato come il nostro, quanto peserà questo scenario sulla ripresa?

“E’ chiaro che il quadro economico è complesso, e gli scostamenti di bilancio si sono resi necessari per dare sostegno a tutte le attività messe in ginocchio da questo ‘tornado’ di nome Covid-19. Grazie al premier Conte, però, l’Italia è riuscita a riacquistare quella centralità che in Ue aveva perso da anni. E ha fatto il miracolo di strappare 209 miliardi nel Recovery Plan, la somma più alta tra i paesi europei in rapporto alla popolazione. Ecco: sta a noi ora creare valore partendo dai tanti investimenti che faremo a partire da questo 2021. E ci lavoreremo con grande determinazione.”

 ⁃ Il recovery fund mette a disposizioni delle ottime somme, parte di queste a debito, altre a fondo perduto. Per non rendere infruttuosi gli investimenti a debito quale settore strategico potrà rappresentare il vero punto di svolta per la nostra economia?

“Bisognerà partire ovviamente da un nuovo modello di sviluppo, più attento alla sostenibilità ambientale e ai nuovi processi produttivi. Su questo ci sarà la fetta più importante del Plan, oltre 70 miliardi. Digitalizzazione, innovazione e transizione ecologica sono gli altri tre segmenti cruciali per dare all’Italia quella visione pluridecennale sin qui mancata. Poi ci sono altri comparti dove c’è da colmare un gap che ci portiamo dietro da anni: infrastrutture, mobilità sostenibile, cultura, istruzione, edilizia scolastica. Infine c’è la sanità: la pandemia ha messo a nudo tutta la fragilità del nostro servizio sanitario nazionale, figlia di tagli indiscriminati che si sono susseguiti in ogni legge di bilancio, da vent’anni a questa parte”.

 ⁃ Lei è al suo primo mandato in Parlamento, c’è qualcosa che l’ha particolarmente colpita in questa esperienza?

“L’ipocrisia e le chiacchiere che suppliscono al lavoro sono due aspetti che fatico a tollerare. La politica ha bisogno di una visibilità che, tuttavia, finisce spesso col condizionare la sostanza”.

 ⁃ Nonostante tutto, il Movimento ha portato avanti tante lotte e realizzato molti punti del suo programma. Eppure il consenso, che oggi torna a salire, sembra non essere più paragonabile a quello che vi ha portato in Parlamento come prima forza politica. C’è qualcosa che non ha funzionato?

“Il M5s ha sempre portato avanti idee e battaglie non curandosi del consenso, ma della vita quotidiana dei cittadini. In questi due anni e mezzo è stato fatto tantissimo e non dimentichiamoci che da un anno ormai stiamo affrontando uno scenario mai verificatosi dal secondo dopoguerra ad oggi. E’ chiaro che stare in maggioranza logora di più e che larga parte degli eletti del M5s prediligono stare nelle aule parlamentari a lavorare, invece di andarsi a beare sui sofà televisivi o nei salotti buoni. E questo ovviamente non giova in termini di visibilità. Noi però siamo certi che il lavoro paghi e che il consenso tornerà a crescere. Anzi, vedendo gli ultimi sondaggi, lo sta già facendo”

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